
Tofana di Rozes – Spigolo Zero
Primi salitori: Mario Dibona “Moro” – Armando Nascè - Andrea Bacchin - Settembre 2019
Sviluppo: 400m, 11 lunghezze (due molto facili)
Difficoltà: 6a (5c obbligatorio, A0), S2 / ll. Più opportuna forse la valutazione UIAA rispetto a quella adottata nelle vie multipitch, dato il tipo di chiodatura e l’ambiente: 5° - 6°
La via è ben attrezzata con chiodoni ad espansione e spit con catene alle soste.
Materiale: 2 corde da 50 metri, 10 rinvii, qualche friend medio può essere utile, fettucce e cordini.
Avvicinamento: dal rifugio Dibona per sentiero si raggiunge la base della parte nelle vicinanze del Primo Spigolo in circa 40 minuti. Sulla parete nord-est è ben individuabile una colata nera che sale fino a un grande terrazzo. I primi tiri della via salgono appunto lungo questa vistosa colata nera fino ad una spalla che conduce ai tiri successivi. Alla partenza uno spit da 10 millimetri.
L1: si sale dritti per bella roccia nera con un passaggio non facile prima della sosta. 35 metri, 5° - 5°+
L2: diritti, alcuni metri sopra la sosta si affronta un delicato passaggio in aderenza ben protetto. 35 metri, 5° - 6°
L3: si sale un bel dietro fino ad una prima cengia, si attraversa a destra per alcuni metri e si prosegue per parete grigia fino ad una grande cengia. 50 metri, 4° - 4°+
L4: facilmente per circa 30 metri ci si porta sotto la parete gialla del secondo torrione.
L5: dritti per alcuni metri, poi si attraversa a destra su roccia gialla fin sotto ad una pancia con roccia leggermente friabile, si prosegue poi per bella placca verticale grigia fino in sosta. 30 metri, 5°+
L6: Dalla sosta si sale per alcuni metri fino al chiodo e con delicata traverso ci si sposta a sinistra (non andare al chiodo in alto a desta verso lo spigolo) per poi proseguire verticalmente per bella placca fin sotto ad una pancia strapiombante che viene superata a sinistra per poi ritornare a destra in sosta. 20 metri, 6° (o A0)
L7: per spigolo si raggiunge una grande terrazza. 40 metri, 4° - 3°
L8: Per facili salti di roccia in cresta si raggiunge il terzo torrione. Possibilità di uscire dalla via e prendere a destra le calate a corda doppia. 60 metri, 2°
L9: si sale leggermente a destra per parete verticale arancione e nera superando un piccolo ma insidioso strapiombo. 28 metri, 5°
L10: si sale verso sinistra per entrare in un tratto di canale con molti sassi instabili. 30 metri, 3° grado
L11: per placca verticale con un passaggio su piccole prese si raggiunge la cima. 30 metri, 5° - 5+
Discesa: 2 doppie verticali su catena da 40 metri e si raggiunge una grande cengia ghiaiosa. Su uno spit con maglia rapida si scende per facili gradoni rocciosi fino alla catena successiva per 25 m. Calata su catena da 25 metri fino ad un canale, NON si prosegue per il canale, ma ci si sposta per alcuni metri dietro lo spigolo, verso destra, per prendere le placche che portano alla base della parete. Altra doppia su catena da 30 metri. Ultima doppia da 45 metri fino alla base della parete. Da qui in 10 minuti si ritorna alll’attacco della via.
9 luglio 2020 ripetizione: Francesco Leardi e Stefano Casarotto
Bellissima giornata di sole e aria frizzante, per andare all’attacco, però, abbiamo la brillante idea di tagliare un paio di tornantini per un sentierino che attraversa una mugaia!! Arriviamo alla base della via e sorpresa…nel Vietnam dei mughi il mio zainetto si è aperto e dentro ora c’è una sola scarpetta!!
Che si fa?
- scendo a cercare la scarpetta…ma se non la trovo?
- scendiamo a bere una birra tutte due…e mi sopporto la luna di Francesco fino a casa!
- Francesco tira la via e io lo seguo con le scarpacce da avvicinamento. In fin dei conti Antonio Dimai non se la cavava mica male con gli scarponi chiodati!!
E allora si va su!!
E al ritorno, in mezzo ai mughi malefici, ritrovo pure la scarpetta perduta!!
Una bella birra a questo punto è d’obbligo!!