Eravamo come al solito tutti su a Campo Solagna.
I miei compagni del CCCP (Momi Carla e Stefano) arrampicavano, mentre io stavo chiodando una nuova via.
A quel tempo Momi aveva un grosso pastore tedesco a pelo lungo, Nelson. Il lungo e folto pelo lo faceva sembrare ancora più grosso e simile ad un lupo siberiano.
Quel giorno, a metà pomeriggio, ci accorgiamo che Nelson è scomparso. Momi si mette a fischiare, noi cominciamo a chiamarlo, ma evidentemente l’addestramento era carente oppure a lui non gliene fregava proprio niente, fatto sta che il cane non torna.
Il tempo passa e la preoccupazione aumenta. Momi e Stefano smettono di arrampicare e brontolando vanno alla ricerca dello scomparso, mentre io appeso alla corda continuo il mio lavoro creativo. Dopo un po’ li vedo tornare sconsolati, di Nelson nessuna traccia.
Improvvisamente, mentre Momi impreca contro “l’amico fedele dell’uomo”, preceduto da sette-otto pecore terrorizzate, tutto trionfante appare Nelson, portando tra le zanne, indovinate un po’, un povero agnello. Acchiappato il cane ed estratto dalle sue fauci la povera vittima degli istinti primordiali, il futuro arrosto finiva velocemente nello zaino assieme a scarpe e rinvii. Io nel frattempo avevo finito di piantare l’ultimo spit e il CCCP batteva in una rapida ritirata strategica, prima che il pastore e i suoi cani avessero il tempo di comparire.
A ricordo dell’impresa di Nelson rimane il nome della via: “Attenti al lupo”.